sabato 11 febbraio 2012

"Museo del Villano" di Villa Badoer Fattoretto

TIPOLOGIA
Antropologia
SITO WEB
INDIRIZZO
Via Badoera 50
TELEFONO
041410113
Proprietà Privata
ORARI
aperto 15-18 tutte le domeniche dei mesi aprile-maggio-giugno-settembre-ottobre
PREZZI
ingresso E. 7,00 intero, E. 5,00 gruppi, E. 3,00 scuole, gratuito bambini fino a 12 anni
Archivio storico Archivio fotografico Biblioteca Mediateca Visite guidate Attivita' didattiche Accesso ai disabili Bookshop Punto ristoro
Villa Badoer Fattoretto si trova tra Dolo e Mira, sulla sponda destra del naviglio Brenta con attracco per le imbarcazioni sul canale. L'edificio si compone di un corpo centrale con due barchesse laterali e casa del custode. Nelle adiacenze si trova una raccolta di oltre ventimila oggetti riguardanti le arti e i vecchi mestieri, denominata "Museo del Villano". Si possono così ammirare: nella casa del custode gli attrezzi degli artigiani e dei contadini; nella stalla vi è la stanza dell'arrotino, con mole a manovella e a pedale; nella barchessa vi sono madie, gramole, torchi per la pasta, matterelli e quant'altro per i lavori in casa; nella vecchia Tesa (fienile) si trova tutto il necessario per l'allevamento dei bacchi da seta, la lavorazione della canapa, la filatura e la tessitura. Inoltre, nel "cantinon storico", si trovano documenti, lettere dogali, editti e proclami riguardanti la storia del nostro territorio dal 1400 al 1900. Completa la raccolta una collezione di carri da lavoro e carrozze da passeggio. All'interno del parco si snodano viali che conducono a scoprire angoli suggestivi, in mezzo a piante secolari, contornate da statue e colonne, che portano alla visita di un romantico laghetto.

I musei aziendali: tradizione, comunicazione, cultura

Il fenomeno dei musei aziendali, forte della tradizione ottocentesca dei musei dell'Industria, filiazioni delle grandi Esposizioni commerciali, ha registrato un notevole sviluppo nell'ultimo decennio. Recentemente in Italia è sorto un diffuso interesse per i prodotti industriali intesi in termini non più esclusivamente economici, ma anche culturali. Tale attenzione si basa sul riconoscimento del fatto che un oggetto (o un progetto) nasce necessariamente in una determinata cultura, e che, quindi, di questa è rappresentazione. 
Risale agli anni '60, in area anglosassone, la nascita dell'archeologia industriale. Nel decennio successivo, gli anni '70, viene riscoperto e rivalutato il materiale archivistico conservato dalle aziende. Col definitivo passaggio all'epoca postindustriale le aziende hanno cominciato a riconoscere il valore del proprio patrimonio storico, valore emozionale, ma anche più concreto. Si sono rese conto della possibilità di usufruire di un potenziale valore aggiunto sul prodotto, sottolineando la competenza che dovrebbero avere raggiunto e consolidato nel tempo. 
Mostrando i propri successi in un museo, l'azienda offre al pubblico il valore della continuità tra passato e presente, contrapponendola, implicitamente, alla modernità delle imprese che si affacciano continuamente al settore produttivo.
Inoltre con i musei aziendali le imprese hanno affermato il valore estetico della propria produzione, dove per lungo tempo agli oggetti prodotti industrialmente, in serie, era negato ogni valore che non fosse quello strumentale. 
Nel museo vengono ricostruite le fasi chiave della nascita e del consolidarsi dell'impresa, mettendo in luce il lavoro svolto dai fondatori, da alcuni leader o anche, semplicemente, dalle maestranze fedeli all'azienda in particolari situazioni di crisi. Queste figure finiscono col dare vita a saghe organizzative, racconti di eventi straordinari cui i dipendenti credono e da cui si lasciano coinvolgere emotivamente. L'azienda, tramite il proprio museo, si dà, perciò, uno strumento di coesione interna e, insieme, crea una cultura forte da presentare a chi entra o viene in contatto con essa per la prima volta. 

Tesi di Laurea di Chiara Bazzaro

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Firenze capitale dei musei d'impresa. 


La storia del made in Italy va in rete

Giovedì, 29 settembre 2011 - 15:28:10
GUCCI 3
La cultura d'impresa e i musei che già esistono dei marchi blasonati del made in Italy presto verranno messi in rete. L'apertura del museo Gucci a Firenze ha ispirato, infatti, la creazione di una rete di musei d'impresa (sul web, ma anche una rete fisica di sinergie e circuito turistico-culturale).
Il comune della città del giglio e il Gruppo 24 Ore faranno da sponsor.  Oltre che del turismo, quindi, Firenze si candida anche a diventare una capitale della cultura di impresa, unendo il passato al futuro e facendo marketing culturale, ma anche sostenendo le aziende che nel capoluogo toscano e nella sua area metropolitana producono e investono.
Un progetto a cui hanno subito aderito realtà importanti già attive nel raccontare la loro storia attraverso uno spazio espositivo come Gucci, Ferragamo (oltre 40.000 visitatori l'anno al museo Ferragamo) e Pucci, "signori del vino" come Antinori, Ricasoli e Frescobaldi, imprese come Nuovo Pignone, Piaggio (che registra più di 30.000 visitatori a Pontedera ), Selex Galileo, Richard Ginori, Mps, Officina farmaceutica Santa Maria Novella, Alinari, ma anche la Rai, con la promessa di ritrovarsi tra dodici mesi per presentare il progetto già operativo.
L'idea, oltre che a conservare un patrimonio del saper fare di cui gli imprenditori italiani vanno molto orgogliosi, mira a raggiungere pubblici nuovi, fattore che può costituire un valore aggiunto e un nuovo volano di sviluppo. Sfruttando anche i social network per arrivare ai giovani. Insomma, come ha spiegato Albiera Antinori, costruire "un futuro antico".

"Il progetto di una rete dei musei d'impresa è aperto a tutti, a chi vorrà starci - ha spiegato il vicesindaco Dario Nardella - e la chiave è il rapporto pubblico-privato, creando un circuito di promozione, in rete, di scambi arrivando ad un sistema integrato di musei di impresa che parli del passato e del futuro. E farlo andando oltre i confini comunali, ragionando in termini di area vasta e di unione delle forze e delle competenze". "Il nostro obiettivo è valorizzare i giacimenti culturali italiani, anche della cultura di impresa - sottolinea Antonio Scuderi, direttore dell'area cultura Gruppo 24 Ore - è finita l'epoca dei mecenati e della cultura assistita dal pubblico, serve il partenariato tra i vari soggetti. Il progetto potrà vedere i musei di impresa nella Firenze Card, una piattaforma web, promozione e commercio on line, anche mostre solo virtuali".

I MUSEI AZIENDALI




Musei d'impresa
Un osservatorio che si preoccupa di monitorare e catalogare il patrimonio culturale conservato presso le imprese nazionali ed internazionali. In questo sito si trovano archivi, gallerie e musei presentati con schede esaustive e immagini di qualità. Tutto il repertorio presentato è sempre in continuo aggiornamento.

Progetto: Museo dell'industria di Brescia

Un progetto reso pubblico nel 1987 e voluto dalla fondazione Micheletti di Brescia. In una società come la nostra, da molti definita post-industriale, la salvaguardia delle strutture, macchine e maestranze industriali è un dovere: questa in sostanza l'idea centrale di questa fondazione bresciana. Nel sito si trova tutta la storia dell'evoluzione del progetto museale, la missione e lo stato dell'arte. Un sito semplice, ben fatto e piacevole da navigare.

Fucili Beretta: la storia

Anche per la Beretta, storica azienda bresciana, non si trova un vero e proprio museo aziendale (un peccato), in compenso però nel sito ufficiale potrete leggerne la storia iniziata nel lontano 1526 con Mastro Beretta da Gardone. Inoltre si trova una galleria fotografica virtuale con i pezzi che di questa azienda hanno fatto la storia; una buonissima risorsa per gli appassionati. Interessante la presentazione della fondazione Beretta.

Museo Sutter

Un vero museo virtuale quello della Sutter, la multinazionale italiana a conduzione familiare specializzata in prodotti per la cura, l'igiene e la disinfestazione degli ambiente domestici. Una storia lunga 150 anni ed iniziata con la produzione di lucidi da scarpe. Nel sito troverete la storia dei prodotti e le vicende di questa famiglia.

Centro polifunzionale Lamborghini

Anche a questo indirizzo non si trova un vero e proprio museo virtuale ma piuttosto alcune notizie utili sul ricchissimo museo del centro polifunzionale Lamborghini di Ferrara.

Pininfarina design

Nel sito ufficiale del marchio che ha fatto la storia del design italiano troverete un fornitissimo archivio storico catalogato per date e periodi, vi si trova molto materiale interessante.

Sito Peroni: un museo della birra

Nel sito della Peroni, passando per il link Sapere di Birra, si trova quello che potrebbe essere definito un vero e proprio museo della birra. Tante nozioni storiche sul prodotto e sull'azienda, il tutto ben catalogato in semplici e comode schede.

Museo Rossi Moda della calzatura d'autore
In questo sito si trovano alcune informazioni utili per chi volesse visitare il museo della calzatura d'autore situato nella provincia di Venezia.

Museo ceramiche Richard Ginori

Il Museo di Doccia si propone oggi di costituire un importante Centro di Documentazione sulle arti applicate e sulla valorizzazione artistica di una collezione che copre un arco di più di 250 anni di storia artistica e industriale.

Museo del cavallo giocattolo della Chicco

Un museo alquanto singolare questo della chicco, veramente divertente ed interessante: il museo raccoglie 490 cavalli-giocattolo in legno, carta pesta, ferro e altri materiali. A questo indirizzo troverete in sostanza una versione virtuale veramente ben fatta del museo reale situato presso l'azienda.

Muse Moto Guzzi
Veramente una risorsa eccezionale per gli appassionati delle moto d'epoca di questo marchio. Un museo virtuale molto facile da navigare e ricchissimo di modelli correlati da fotografie e schede tecniche. Nel sito ufficiale della Guzzi trovate anche uno spazio sulla storia dell'azienda.

Ducati Museum

Ampio spazio al museo della motocicletta Ducati. Dal 1946 ad oggi tutta la storia, i modelli, l'archivio e le persone che hanno fatto grande il mondo della motocicletta italiana.

Alessi
Un sito molto divertente e colorato che raccoglie tutti i designer ed i prodotti che hanno reso grande questo marchio nel mondo.

Museo Alfa Romeo
Preparati a rivivere le grandi emozioni dei modelli Alfa Romeo che hanno fatto la Storia dell'auto, del design e dello stile. Il museo virtuale della nota azienda italiana famosa in tutto il mondo per le splendide ed eleganti vetture sportive è veramente ben fatto, con tante fotografie e notizie curiose ed interessanti.

Museo dell'Olio e del Vino

Un sito veramente ben fatto, oltre alla presentazione dell'azienda vitivinicola Lungarotti si trova una sorta di museo virtuale dell'olio e del vino, con tante schede tecniche e immagini esaustive.

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MUSEI DELL'INDUSTRIA VENETA


Chiara Vallini
I musei aziendali veneti nel web


L’indagine
Oggetto principale della ricerca sono le politiche di comunicazione che i musei d’impresa del Veneto hanno messo in atto attraverso il web, studiate a partire da un’operazione il più possibile esauriente di mappatura critica delle esperienze esistenti in un’area geografica delimitata (la regione) per giungere alla formulazione di un nuovo modello di qualità.
La nozione di museo d’impresa adottata corrisponde alla definizione data dall’Associazione Museimpresa:
Si definiscono Musei, Architetture ed Archivi d’impresa quelle istituzioni o strutture che siano emanazione di un’attività economica di un’impresa, di un distretto, di una tradizione produttiva con significativi legami con il territorio e che siano espressione esemplare della politica culturale d’impresa (www.museimpresa.com)
L’operazione di mappatura si è rivelata estremamente delicata, poiché il reperimento delle informazioni è stato ostacolato dalle caratteristiche specifiche della realtà esaminata: l’ambito privato, la mancanza di standard condivisi, la giovinezza e asistematicità delle fonti individuate, l’eterogeneità e discrezionalità delle attività, la presenza di numerosi soggetti in fase progettuale o di avvio; tutti fattori che hanno condizionato negativamente gli obiettivi di completezza dei dati e aumentato il rischio di inesattezze e omissioni nella ricerca.

Note metodologiche Il campione, individuato incrociando molteplici fonti di natura sia testuale, sia telematica, ammonta complessivamente a ventotto unità (1): venticinque unità di natura museale (sei collezioni e diciannove musei) e tre unità di natura prettamente aziendale, introdotte in funzione di confronto per le caratteristiche di originalità nella promozione della dimensione culturale dell’impresa e nelle modalità di conversione della cultura aziendale nei processi telematici.
Sono stati invece esclusi quei soggetti affini in cui si sono ritenute prevalenti componenti estranee alla ricerca, come la connotazione artigianale, etnografico-.antropologica, archeologico-industriale, di civiltà contadina, gli ecomusei, etc. Sono parimenti escluse le realtà in formazione non ancora attive all’avvio delle ricerche (gennaio 2003), mancando per esse basi oggettive di valutazione.
Le fonti di riferimento per la selezione dei musei aziendali veneti sono state:
Database on-line dell’Associazione Museimpresa; Assolombarda.
Segnalazione di esperti: Monica Amari, Cecilia Gilodi, Linda Kaiser, Massimo Negri.
Istituzioni, associazioni e strutture di coordinamento: I.C.O.M., M.B.A.C., Regione Veneto, Confartigianato, Confindustria, Osservatorio Nazionale ed Internazionale del Patrimonio Culturale Conservato Presso le Imprese, Centro per la Cultura d’Impresa, T.I.C.C.H., A.I.P.A.I., etc.
Elenchi specializzati, repertori informativi, canali di visibilità: Portale E.N.I.T., Museionline, “Il Sole 24 Ore”, “Exibart”, Sistema Impresa e Cultura-Bondardo Comunicazione, Clubsocialis.
Motori di ricerca generici: Virgilio, Altavista, Google, Lycos.
Bibliografia: Amari Monica, I musei delle aziende, riedizione 2001 (1997); AA. VV., Turismo industriale in Italia, Roma, Touring Club Italiano 2003; atti dei convegni Assolombarda, etc.
Altri precedenti metodologici sono stati individuati presso:
Censimento quantitativo dei musei aziendali europei sul web, Centro per la Cultura d’Impresa (1998).
I.S.T.A.T., Primo censimento delle istituzioni e imprese non-profit (2001) e Ottavo censimento dell’industria e dei servizi (2001).
Reale Emanuela, I musei scientifici in Italia, nell’ambito del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Progetto Finalizzato Beni Culturali (2002).
Trevisan Babette, Il museo italiano in internet (1997).
Solima Ludovico, Sansone Enza, I musei ed internet: Un’indagine sperimentale (2000).
Questo è l’elenco dei musei e dei siti censiti:
Collezione “Archimede Seguso”, Murano (VE): www.aseguso.it
Collezione Conforti, Verona: www.conforti.it
Collezione del Merletto Jesurum, Venezia: www.jesurum.it
Collezione di Merletti, Perle e Murrine – Palazzo Rota, Venezia: www.palazzorota.com 
Collezione Ottiche e Occhiali “Fritz Ratschuler” Luxottica, Agordo (BL): www.luxottica.com
Collezione Storica Venini, Murano (VE): www.venini.com
Fondazione Museo dell’Occhiale, Tai di Pieve di Cadore (BL): www.eyewear.net/asso/museo
Galleria “Guglielmo Tabacchi” – Gruppo Sàfilo, Padova: www.safilo.com
Museo Barovier & Toso: Documenti e Creazioni dell’Arte Vetraria, Murano (VE): www.barovier.com
Museo Civico della Ceramica di Nove, Nove (VI): www.ceramics.it/museo.novewww.didanet.it/ecomuseo/nove
Museo del Chiodo, Forno di Zoldo (BL): www.zoldo.com (>Un po' di storia>Il museo del chiodo)
Museo dell’Automobile “Luigi Bonfanti”, Romano d’Ezzelino (VI): www.museobonfanti.veneto.it 
Museo dell’Olio di Oliva – Museum, Cisano di Bardolino (VR): www.museum.it
Museo dello Scarpone e della Calzatura Sportiva, Montebelluna (TV): www.museoscarpone.it
Museo del Merletto di Burano, Burano (VE): www.comune.venezia.it/museicivici
Museo del Vetro di Murano, Murano (VE): www.comune.venezia.it/museicivici
Museo di Economia Aziendale, Portogruaro (VE): www.isisluzzatto.net( >Istituto>Museo di Economia Aziendale), www.comune.portogruaro.ve.it
Museo Nazionale della Giostra e dello Spettacolo Popolare, Bergantino (RO): www.museodellagiostra.it
Museo “Nicolis” dell’Automobile, della Tecnica e della Meccanica, Villafranca (VR): www.museonicolis.com
Museo Rossimoda della Calzatura d’Autore, Strà (VE): www.villafoscarini.it
Museo Telecom – Telecom Italia Future Centre, Venezia: www.futurecentre.telecomitalia.it
Poli Museo della Grappa, Bassano del Grappa (VI): www.poligrappa.com
Tipoteca Italiana Fondazione – Museo del Carattere e della Tipografia Antiga, Cornuda (TV): www.tipoteca.it
Museo della Ceramica Cottoveneto, Carbonera (TV): www.cottoveneto.it
Museo del Vino Zonin, Gambellara (VI): www.zonin.it
Archivio Storico Rubelli, Venezia: www.rubelli.it
Fabrica: Benetton’s Research Centre on Communication, Catena di Villorba (TV): www.fabrica.it
Glaxo Smith Kline Italia, Verona: www.gsk.it

La campagna di schedatura sistematica (2) è stata realizzata nei mesi di gennaio-dicembre 2003 (con due eccezioni nel gennaio 2004) per mezzo di una griglia dettagliata ideata per l’occasione e precedentemente sottoposta ad un periodo di prova presso analoghe organizzazioni extra-regionali (3) (cfr. allegato 1: fac-simile griglia di analisi).
I dati relativi al comportamento telematico del campione, sia on-line sia off-line, sono stati poi sintetizzati in una tavola sinottica di facile lettura, anch’essa appositamente elaborata per la ricerca (cfr. allegato 2: tavola sinottica).
Profilo del campione
I musei aziendali analizzati appartengono per il 76% a singole imprese (diciannove unità, compreso Palazzo Rota che ha in realtà origini pluriaziendali), per il 24% a Pubbliche Amministrazioni (sei unità, cinque di Enti Locali e una di un Istituto scolastico). Il 12% è composto da fondazioni (tre unità, due di origine pubblica, una privata), il 28% afferisce a sistemi economici distrettuali (due fondazioni e cinque musei di Enti Locali). Diciotto organizzazioni possiedono una dichiarazione di missione esplicita.
Rispetto alle divisioni amministrative, Venezia è capofila con undici strutture, seguono Verona (quattro), Treviso (quattro), Vicenza (quattro) e Belluno (tre), Padova e Rovigo sono entrambe rappresentate da un museo (a Rovigo entro il 2004 verrà inaugurato il secondo, da parte delle Distillerie Mantovani).
L’andamento ‘demografico’ è in crescita: la massima natalità si registra nel quinquennio 1995-1999 (sette unità), è già notevole nell’intervallo 2000-2003 (cinque) e si può ipotizzare il superamento dei valori del precedente nel quinquennio 2000-2004; retrocedendo, si registrano cinque nascite nel quinquennio 1990-1994, quattro nel decennio 1980-1989, una nel XIX secolo; tre soggetti rimangono incerti.

Autonomia
La delicata questione dell’autonomia del museo d’impresa si rispecchia nelle criticità relative all’autonomia del suo sito. Poiché diverse esperienze omettono totalmente o penalizzano fortemente la componente museale, di fronte al rischio di subordinazione a obiettivi e stili di comunicazione propri del polo imprenditoriale, la soluzione praticata dal 32% dei musei è la completa separazione dei due spazi web, pur comportando la rinuncia alla funzione primaria del museo nella promozione dell’immagine aziendale.

Contenuti web

Lo stile di comunicazione varia sia in relazione al segmento di pubblico e al contesto (per es. portale turistico o di settore, rete civica), sia a seconda della familiarità con lo strumento web e la disponibilità di risorse.
Tendenzialmente i siti esaminati ignorano alcune categorie di informazioni, specialmente di ordine gestionale: tempi e strumenti di programmazione, direzione e curatela scientifica, criteri organizzativi ed espositivi, ambienti espositivi e strutture fisiche, dotazioni tecnologiche, personale, collaborazioni ed apporti professionali esterni; sono molto rari i riferimenti ad atti di nascita, statuti e regolamenti, le indicazioni bibliografiche, i dati sui visitatori reali e virtuali. Sono ridotte anche le informazioni relative al sito in quanto tale: copyright, webmaster, numero di accessi, ultimo aggiornamento, lavori in corso. La registrazione degli accessi virtuali (14% dei casi) non sembra comunque dar luogo all’elaborazione dei dati, né al loro uso come indicatori per valutare il successo delle iniziative e le politiche di prezzo.
L’82% del campione pubblica informazioni tecniche (recapiti), il 53% le modalità di accesso (orari di apertura, importo del biglietto, convenzioni e riduzioni), ma molte organizzazioni non dispongono di precise politiche in merito. Nella presentazione delle collezioni si tende a sviluppare la capacità attrattiva, mediante l’uso delle immagini, la comunicazione di aspetti caratterizzanti di lusso/design/innovazione tecnologica/tradizione locale, le curiosità. Il 64% dei musei segnala on-line iniziative espositive, convegni, workshops ed altre manifestazioni, il 70% circa pubblica immagini e notizie inerenti al patrimonio strumentale, agli edifici ospitanti e alla storia dell’Ente. Tuttavia la predilezione per l’aspetto decorativo e l’arricchimento visivo del sito è evidente, poiché varie volte non sussiste alcuna corrispondenza fra le immagini e i testi scritti cui si accompagnano.
Tale orientamento dipende probabilmente dall’abitudine di progettare e gestire il sito all’interno dell’azienda, con le competenze e i tempi disponibili (residuali rispetto ad altre funzioni). Inoltre il sito museale si rivolge alla clientela più affezionata (come operazione di fidelizzazione), o più frequentemente a un pubblico generico o turistico, piuttosto che a categorie di utenti con interessi specifici, come gli studenti e gli studiosi, gli operatori del settore, i professionisti, i fornitori e i dipendenti aziendali.

Aspetti formali
Complessivamente si nota una scarsa attenzione verso fattori come l’usabilità del sito o la trovabilità delle informazioni. Il presidio all’utente talvolta è debole: poche mappe del sito (18%), qualche testo in lingua straniera non tradotto, raramente il motore di ricerca interno al sito (18%) e le FAQ (11%). Alcuni siti offrono consigli per l’uso (per lo più per la visualizzazione), applicazioni scaricabili gratuitamente, moduli di contatto e-mail pre-impostati, più raramente affiancamento nella compilazione di questionari. Il 32% stimola il feedback dell’utente invitando a suggerire indirizzi interessanti o esprimendo il gradimento, ma le strategie di customer satisfaction rimangono estranee.
Sul piano dell’innovazione e delle opportunità tecnologiche si incontrano esperienze sofisticate (Telecom, Benetton), ma la maggior parte dei siti di piccole aziende non legate alle TLC non ricorre a soluzioni d’avanguardia, preferendo intervenire sugli aspetti grafici e superficiali del sito.
Sono invece abituali impostazioni come l’opzione linguistica inglese (71%), l’evidenziazione delle news in un’apposta sezione o pagina web, una vetrina o una stringa a scorrimento (68%), l’uso di foto e immagini integrate al testo o montate in un album fotografico/una sequenza video (61%), i links ad altri siti (54%), le informazioni sui trasporti e le cartine predisposte per l’ingrandimento o la stampa (64%). Solo ventinove siti su cento introducono proposte turistiche nel territorio e per lo più i links hanno poco a che fare con l’offerta turistica: sono poco praticati il ricorso a convenzioni con strutture ricettive e di ristorazione, gli accordi con gli uffici turistici delle Amministrazioni locali, le bigliettazioni uniche o integrate, così come la definizione di itinerari territoriali. In generale, molti musei non colgono la possibilità, tipica del web, di condurre scambi con diversi soggetti in condizioni di flessibilità, rapidità ed economicità.
Altrettanto poco note o poco applicate appaiono funzioni come la consultabilità di cataloghi e repertori o la facilità di gestione di servizi come la prenotazione (7%), la rassegna stampa (32%), la visita virtuale (29%), il bookshop on-line (32%). Meno della metà dei soggetti pubblica on-line l’offerta didattica (36%) o predispone la consultazione di database delle collezioni, documenti speciali, archivi on-line, indici delle opere e dei periodi rappresentati, raccolte di comunicati stampa (50%). Mailing-list e newsletter figurano presso il 18% delle organizzazioni. Questi dati sembrano confermare un’interpretazione informativa e superficiale del sito e insieme la mancanza di adeguate risorse dedicate, delineando un panorama veneto complessivamente distante dall’uso scientifico dello strumento web.

Modello a tendere
Più che un modello completo e immediatamente applicabile, l’indagine sull’esistente ha fornito gli elementi per comporre una check-list di caratteristiche che implementano l’efficacia del progetto web del museo d’impresa (qui inteso come organizzazione con un corrispettivo reale). Ad esempio il progetto valido:
Chiarisce in via preliminare le priorità nella progettazione, in ragione degli obiettivi e delle risorse disponibili, sia tecniche che redazionali.
Valorizza gli apporti esterni e ove possibile offre spazio alle collaborazioni tecniche, come nel campo del marketing, della comunicazione, del web design; si dimostra aperto all’innovazione tecnologica, aggiornandosi con continuità ma senza eccessi.
Mantiene sempre aggiornati il calendario delle attività e tutte le comunicazioni. Non opera stravolgimenti né viene oscurato a lungo, ma procede per modifiche discrete e continue, segnalando regolarmente i lavori in corso.
Viene facilmente individuato, grazie ad un indirizzo conciso e ad una buona connessione con i principali motori di ricerca nazionali ed internazionali. Al suo interno i contenuti obbediscono ad un’architettura razionale, che tenga conto dei processi di “funzionamento” dell’utenza e non solo dell’organizzazione (lo spazio grafico deve sempre corrispondere ad uno spazio logico che lo sottende).
Si completa nell’offerta di servizi come la prenotazione di visite guidate, la prenotazione e prevendita dei biglietti, i ‘buoni’ per eventi speciali, un bookshop fornito, aggiornato e facilmente navigabile, data-base, archivi e cataloghi bibliografici consultabili, screensavers scaricabili.
Predispone forme di contatto semplici e ‘familiari’ sia attraverso un generico sportello informativo, sia riportando gli indirizzi e-mail della direzione scientifica e dei responsabili delle varie attività; agevola l’orientamento e le operazioni di chi naviga, ad esempio offrendo la mappa del sito ed un motore di ricerca interno, specialmente se le pagine sono numerose. Prevede almeno l’opzione linguistica più comune (inglese) per i testi principali e le informazioni di servizio, ma allo stesso tempo si prende cura del pubblico nazionale traducendo in italiano tutti i contenuti, anche tecnici (informative sulla privacy, etc.).
Raccoglie ed elabora preziose informazioni sul suo pubblico: numero degli ingressi, durata della permanenza, preferenze nelle pagine visitate, gradimento degli utenti, eventuali reclami o suggerimenti per il miglioramento del sito. Queste informazioni permettono di conoscere le categorie cognitive dell’utenza e di sviluppare forme di comunicazione mirate ed efficaci.
Sollecita la partecipazione del pubblico utilizzando strumenti interattivi: chat-lines tematiche, forum e liste di discussione, albo degli ospiti, inviti a condividere materiali, informazioni e suggerimenti, campagne di sensibilizzazione attraverso la raccolta-firme.
Vivacizza la navigazione evidenziando con moderazione le notizie principali, sia mediante la collocazione nell’interfaccia sia attraverso accorgimenti grafici (spazio news, cornici, banner in movimento). Differenziandole opportunamente da quelle d’interesse generale, comunica informazioni interessanti per gli operatori di settore, come le modalità di programmazione delle attività museali, i dati relativi al personale, all’origine e alla storia dell’organizzazione, i criteri di conduzione delle collezioni e di progettazione delle esposizioni.
Apporta nuove risorse all’organizzazione svolgendo operazioni di fundraising, sfruttando i diritti di riproduzione di testi ed immagini, gestendo servizi a pagamento come le ricerche bibliografiche specialistiche ed il prestito librario per studiosi.
Diventa un canale preferenziale per coltivare i rapporti con gli stakeholders, fra cui le associazioni di categoria e di volontariato, le istituzioni, le Pubbliche Amministrazioni, i partners, gli sponsors e i patrocinatori, le altre imprese, gli operatori del turismo e della cultura.

Allegati
(in formato PDF, 96Kb)


Note
(1) Una cifra significativa, se confrontata con i circa 100 musei aziendali segnalati da Museimpresa sul territorio nazionale (secondo l’Ufficio Musei della Regione i musei veneti sono complessivamente circa 300).
(2) È stato schedato un solo sito per organizzazione, con l’eccezione del Museo di Economia Aziendale che ne ha due ufficiali; per i siti bi/plurilingui è stata eseguita la schedatura di dettaglio per la versione italiana, per le altre una ricognizione sommaria.
(3) I requisiti del campione utilizzato per il test del prototipo sono: presenza negli elenchi di Assolombarda e Monica Amari, dimensioni elevate, struttura articolata, sito web attivo, collocazione geografica nazionale ma extraregionale.

maggio 2004